Scrive Guido Viale in un articolo apparso sul Manifesto del 12 aprile 2011:
Se non si cambia rotta il declino è non solo irreversibile, ma destinato ad un'accelerazione. E cambiare rotta vuol dire produrre e consumare altro: altre energie, altri alimenti, altre abitazioni, un'altra mobilità; con fonti rinnovabili, agricoltura sostenibile, veicoli condivisi, un'urbanistica e un'edilizia ecologiche, una educazione permanente fondata sull'alternanza scuola e lavoro, sul recupero della manualità.
Ognuno può cogliere questi suggerimenti e praticarli quotidianamente, cominciando magari da uno solo e poi allargando il raggio d'azione agli altri in modo progressivo. Noi, per esempio, avendo iniziato il percorso da qualche annetto, stiamo già usando altre energie con fonti rinnovabili, altri alimenti con agricoltura sostenibile, e il recupero della manualità ci permette di autoprodurre una serie di cose.
Continua poi Viale:
Non c'è solo il mercato per mettere all'opera le risorse esistenti. E, soprattutto, non lo può e non lo sa più fare il mercato esposto alla concorrenza internazionale più sregolata, dove tutti sono destinati prima o dopo a perdere e nessuno può mai vincere. La riterritorializzazione di programmi e progetti, l'economia e la democrazia a chilometri zero, invece, possono rimettere in moto le cose. Lo hanno fatto e lo hanno dimostrato con tanti esempi e buone pratiche di "altra economia".
Fra queste ultime sicuramente sono compresi i GAS, che rappresentano una delle modalità per praticare l'economia a chilometri zero, ed hanno il pregio di essere alla portata di tutti coloro che si vogliono impegnare a cambiare rotta, secondo lo stile glocal: pensare globalmente, agire localmente.
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