domenica 4 marzo 2012

L'officina di Vienna

E' il titolo di un reportage di Angela Mayr, apparso sul Manifesto domenica scorsa, di cui riporto qualche brano.

È possibile produrre diversamente, concepire un sistema economico «a fin di bene», che non infligga devastazioni sociali e ambientali? Partire dal «bene comune» come finalità e anche modalità dell'attività economica? A provarci è il movimento per la «Gemeinwohloekonomie» (economia benecomunista) sorto in Austria alla fine del 2010 per iniziativa di un gruppo di imprenditori aderenti all'organizzazione no global Attac. Obiettivo dichiarato è la creazione di un modello di economia alternativa che rovescia il dogma del profitto massimo e della competizione, affermando come valori fondanti anche dell'economia, quelli che tutti riconosciamo come basilari per la riuscita delle relazioni interpersonali: la solidarietà, condivisione, benessere comune e responsabilità. Un progetto nobile campato in aria, fuori dalla realtà?

«Di fronte all'evidenza del fallimento del sistema capitalista non si può solo stare a guardare, bisogna agire mettendo in campo da subito pratiche alternative come leva di cambiamento a livello economico, politico e sociale» ci dice Christian Felber, trentanovenne,organizzatore  di «Gemeinwohloekonomie», cofondatore di Attac, insegnante di economia all'università di Vienna [...]. Alla rete di economia benecomunista, un cantiere aperto a tutte le esperienze e pratiche economiche alternative aderiscono ormai 500 imprese, piccole e medie in Austria, Germania, Spagna e Norditalia (Sudtirolo), una grande banca alternativa, la bavarese Spardabank.

Abbiamo visitato la Gugler cross media spa, tipografia e media provider trasversale. La sede è a Melk, cittadina a 90 chilometri da Vienna. [...] Tra i clienti di Gugler ci sono Ong come Greenpeace Austria ma anche l' ufficio viennese del Fmi. Scelta dei fornitori secondo criteri ecologici e sociali.

[...] Gugler è tra le 60 aziende pioniere che per la prima volta, nel 2011 hanno elaborato un «bilancio benecomunista», che è il vero cuore del progetto di economia per il bene comune [...] concepito come bilancio primario, il vero obiettivo, quello finanziario secondario, solo strumentale. Il bilancio del bene sociale ed ambientale verrà sottoposto ad un audit di valutazione. Esiste una prima matrice di modello che incrocia valori (giustizia sociale, sostenibilità ecologica, partecipazione democratica ecc.) e soggetti (collaboratori, clienti, future generazioni, prodotto o servizio, fornitori ecc) attribuendo un punteggio a ciascuna voce. Chi è più sociale, più ecologico più democratico più solidale ecc. ottiene più punti. Un punteggio alto, secondo il nuovo modello economico dovrebbe essere incentivato e premiato, riconoscendo maggiori diritti alle aziende virtuose, vantaggi fiscali, facilitazioni di credito, precedenza nelle committenze pubbliche. Un percorso che funzioni da leva di cambiamento, che va affiancato da altre, politiche e legislative avvisa Felber. «Bisogna finalmente dare attuazione concreta alla costituzione che già prevede il benessere generale come fine dell'attività economica. Il sistema economico attuale violando i diritti fondamentali delle persone è in verità contro la legge».

L'articolo completo è leggibile sul sito del Manifesto.

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