E' il titolo di un reportage di Angela Mayr, apparso sul Manifesto domenica scorsa, di cui riporto qualche brano.
È possibile produrre diversamente, concepire un sistema economico «a fin
di bene», che non infligga devastazioni sociali e ambientali? Partire
dal «bene comune» come finalità e anche modalità dell'attività
economica? A provarci è il movimento per la «Gemeinwohloekonomie» (economia benecomunista) sorto in Austria alla fine del 2010 per
iniziativa di un gruppo di imprenditori aderenti all'organizzazione no
global Attac. Obiettivo dichiarato è la creazione di un modello di
economia alternativa che rovescia il dogma del profitto massimo e della
competizione, affermando come valori fondanti anche dell'economia,
quelli che tutti riconosciamo come basilari per la riuscita delle
relazioni interpersonali: la solidarietà, condivisione, benessere comune
e responsabilità. Un progetto nobile campato in aria, fuori dalla
realtà?
«Di fronte all'evidenza del fallimento del sistema capitalista
non si può solo stare a guardare, bisogna agire mettendo in campo da
subito pratiche alternative come leva di cambiamento a livello
economico, politico e sociale» ci dice Christian Felber, trentanovenne,organizzatore di «Gemeinwohloekonomie»,
cofondatore di Attac, insegnante di economia all'università di Vienna [...]. Alla rete di economia benecomunista, un cantiere aperto a tutte le
esperienze e pratiche economiche alternative aderiscono ormai 500
imprese, piccole e medie in Austria, Germania, Spagna e Norditalia
(Sudtirolo), una grande banca alternativa, la bavarese Spardabank.
Abbiamo visitato la Gugler cross media spa, tipografia e media provider
trasversale. La sede è a Melk, cittadina a 90 chilometri da Vienna. [...] Tra i clienti di Gugler ci sono Ong come Greenpeace Austria ma anche l'
ufficio viennese del Fmi. Scelta dei fornitori secondo criteri ecologici
e sociali.
[...] Gugler è tra le 60 aziende pioniere che per la prima volta, nel 2011
hanno elaborato un «bilancio benecomunista», che è il vero cuore del
progetto di economia per il bene comune [...] concepito come bilancio primario, il vero obiettivo, quello finanziario secondario, solo strumentale. Il bilancio del bene sociale ed ambientale verrà sottoposto ad un audit
di valutazione. Esiste una prima matrice di modello che incrocia valori
(giustizia sociale, sostenibilità ecologica, partecipazione democratica
ecc.) e soggetti (collaboratori, clienti, future generazioni, prodotto o
servizio, fornitori ecc) attribuendo un punteggio a ciascuna voce. Chi è
più sociale, più ecologico più democratico più solidale ecc. ottiene
più punti. Un punteggio alto, secondo il nuovo modello economico
dovrebbe essere incentivato e premiato, riconoscendo maggiori diritti
alle aziende virtuose, vantaggi fiscali, facilitazioni di credito,
precedenza nelle committenze pubbliche. Un percorso che funzioni da leva
di cambiamento, che va affiancato da altre, politiche e legislative
avvisa Felber. «Bisogna finalmente dare attuazione concreta alla
costituzione che già prevede il benessere generale come fine
dell'attività economica. Il sistema economico attuale violando i diritti
fondamentali delle persone è in verità contro la legge».
L'articolo completo è leggibile sul sito del Manifesto.
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