In un articolo apparso sul Manifesto del 17 febbraio, Guido Viale sostiene la necessità di un piano B per l'Europa, in contrapposizione con il piano A degli economisti. Nel piano B, è affidato esplicitamente un ruolo ai GAS: riporto allora qui sotto la parte finale dell'articolo.
In tempi di crisi valutaria, ciò con cui bisognerà fare i
conti, a livello nazionale e locale, saranno gli approvvigionamenti:
innanzitutto
quelli energetici e alimentari. L'unica risorsa
a cui attingere a piene
mani nel giro di pochi
mesi e pochi anni sono
risparmio ed efficienza
energetica. La condizione di paese bombardato
apparirà allora in tutta
evidenza: spente le luminarie che non servono
per vedere ma per farsi
vedere; auto ferme e
mezzi pubblici strapieni (scarseggerà il carburante); orari cambiati per garantire il pieno utilizzo
dei mezzi durante tutto
l'arco della giornata;
conversione in tempi rapidi - come all'inizio di
una guerra - delle fabbriche compatibili con la
produzione di impianti
per le fonti rinnovabili o
di cogenerazione, di
mezzi
di trasporto collettivi o condivisi a basso consumo; interventi sugli
edifici per eliminarne la dispersione energetica. ecc. Giusto quello che
si sarebbe dovuto fare - e ancora potrebbe essere fatto - in questi
anni, con esiti economici certo migliori. Lo stesso vale per
l'approvvigionamento alimentare: occorrerà restituire a ogni territorio
la sovranità alimentare con un'agricoltura meno dipendente dal petrolio e
un'alimentazione meno dipendente da derrate importate: una operazione
da mettere in cantiere con una nuova leva di giovani da avviare a
un'attività ad alta intensità di innovazione e di lavoro che potrebbe
cambiare l'aspetto del paese. Analogamente occorrerà intervenire sul
patrimonio edilizio inutilizzato, sul ciclo di vita dei materiali
(risorse e rifiuti), su scuola, università, sanità con interventi che
riducono gli sprechi e producono occupazione di qualità. Ma soprattutto
ci vorrà una revisione generale degli acquisti quotidiani: spesa
condivisa, rapporti diretti con il produttore e Km0 (i GAS), riduzione
degli imballaggi e del superfluo, ricorso all'usato e alla riparazione e
alla condivisione dei beni: tutti campi in cui il sostegno di
un'amministrazione locale conta molto. E tante altre cose simili su cui
occorre riflettere: sono tutti interventi da concepire, programmare e
gestire a livello locale - con la partecipazione diretta della
cittadinanza attiva - che potranno essere agevolati anche da un circuito
parallelo di monete garantite dalle autorità locali, come era avvenuto
con successo in molti paesi occidentali - compresa la Germania nazista -
durante la grande crisi degli anni '30. Fantascienza? Forse; comunque
un programma meno irrealistico dell'idea di affidare alla
liberalizzazione dei servizi e dei rapporti di lavoro la ripresa di una
crescita che sottragga l'Italia al cappio del debito; e magari anche
alla crisi ambientale - ah! questa sconosciuta! - che investe il
pianeta.
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