venerdì 24 febbraio 2012

Amianto e banane

Abbiamo gioito per la storica sentenza sull'amianto, che condanna coloro per i quali i profitti vengono prima delle persone e dell'ambiente.
Ci siamo commossi leggendo i resoconti giornalistici della vicenda, fino al clamoroso epilogo di lunedì 13 febbraio.

Eppure non sempre riusciamo a praticare la stessa solidarietà per casi del tutto analoghi ma magari più lontani. E senza rendercene conto, omettendo di assumerci la nostra piccola fetta di responsabilità, diventiamo complici di crimini altrettanto gravi.

Un caso che conosco bene è quello del nemagon, un pesticida usato nelle piantagioni di banane. Pur essendo stato vietato negli Stati Uniti fin dal 1979, continuò ad essere utilizzato da compagnie statunitensi (come Chiquita e Dole) in tutto il centroamerica (ad esempio in Nicaragua) per almeno altri dieci anni. Le conseguenze sono state anche in questo caso terribili: sterilità, malattie della pelle ma anche tumori si sono diffusi tra i lavoratori delle bananeras, sottoposti al bombardamento del pesticida dagli aerei che spruzzavano la sostanza incuranti del lavoro in corso nei campi.
Anche dopo la proibizione dell'uso del nemagon, le tecniche di fumigazione delle piantagioni in alcuni casi sono rimaste le stesse.

E' per questo che noi compriamo solo banane biologiche del commercio equo.
Non sono certo a chilometri zero, ma la filiera è comunque corta, e sono garantite, oltre alla qualità del frutto stesso, la salute e la giusta remunerazione dei lavoratori. La piccola produzione su scala locale rappresenta infatti, per i campesinos della zona, l'unica alternativa allo sfruttamento all'interno delle piantagioni delle compagnie transnazionali.

Così Cetti-girl, nelle colazioni invernali, può mangiare la sua banana con la coscienza tranquilla.

1 commento:

  1. Ma devo farmi fare la lavanda gastrica dal personale che smaltisce l'ETHERNIT ?
    Ciao Fabio

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