martedì 28 febbraio 2012

Rose

Se a san Valentino avete regalato una rosa, probabilmente è stata coltivata in Kenya. I fiori prendono l’aereo la sera: in 4 giorni sono da noi passando prima per l’Olanda e poi dal  mercato dei fiori di Sanremo. Ogni giorno partono fino a sette voli.

Il Kenya è il terzo produttore mondiale di fiori, dopo Olanda e Colombia. La floricoltura è la terza industria nazionale dopo turismo e thé.
Sono almeno 40 mila i lavoratori impiegati direttamente nella produzione di rose, per la maggior parte donne. Le condizioni di lavoro nelle serre sono sempre state ai limiti della sopportazione: caldo, contatto diretto coi pesticidi, salari miseri, molestie sessuali, nessuna tutela sindacale. Ora le cose sembrano (lentamente) migliorare, ma il lavoro è duro e un’operaia assunta col primo livello guadagna meno di 50 euro al mese. 

L'intero processo non risulta affatto sostenibile, né dal punto di vista ambientale né da quello sociale; e infatti Alex Zanotelli conclude la sua prefazione al libro di Altreconomia Rose&lavoro con queste parole: "Dobbiamo cominciare a ragionare sul livello globale: il sistema diventerà insostenibile. Chi ha bisogno dei fiori se li coltivi. Così com’è il sistema è distruttivo, anche del tessuto sociale e umano, e mina le società del Sud del mondo. Un po’ tutto il commercio deve essere ripensato".

Fiori prodotti con criteri sostenibili si possono  trovare, per esempio nelle botteghe del commercio equo.

1 commento:

  1. Se con le banane mi avevi colto in flagrante, con le rose, mi dispiace, non ho speso neanche un euro per la moglie...Son troppo avanti !!!!

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